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Giuseppe Bellini – Recensione: «Magia y fantasía en la obra de Manuel Scorza»

[Fragmento:]

<< Varrà la pena di richiamare, tra le iniziative italiane di studio della narrativa di Scorza, quella di Giovanni Caravaggi, ispanista dell’Uni- versità di Pavia, che nel gennaio del 1984, pochi mesi dopola catastrofe aerea di Barajas, promosse un Ricordo di Manuel Scorza, cui partecipammo: Luigi Bertone, con una «Memoria pavese» dello scrittore, Dario Puccini, con un saggio su «Manuel Scorza, cronista dell’epopea india», e il sottoscritto, trattando di «continuità e novità» nell’ultimo romanzo scorziano, La danza inmóvil.   Lo studio della Huamanchumo ha, naturalmente, ben altre caratteristiche, anche se non esula da un ricordo emotivo del grande scrittore scomparso, anzi, intende dimostrare «la magistralidad de su pluma y contribuir así aún más a la difusión de su obra».  […]  La magia non avrà stretta corrispondenza conquella delle Ande, ma «se torna auténtica por el mérito en la perfecta construcción del discurso narrativo, que ha logrado retratar un mundo desde una visión interna de los personajes, reforzado por los evidentes lazos temáticos con el verdadero referente y, así, diferenciado de la visión del autor y del supuesto lector occidental», manifestazione di una ‘literatura heterogénea’, macon un carattere «polifónico que da espacio a varias visiones de la historia, lo cual permite poner a su vez en cuestionamiento la visión occidental del mundo que se ha querido retratar». Queste le conclusioni cui perviene la studiosa nel suo pregevole libro, corredato da un’amplia bibliografia di riferimento. >>

Giuseppe Bellini (2014) «Recensione: Ofelia Huamanchumo de la Cuba – Magia y fantasía en la obra de Manuel Scorza. Hacia una reflexión estructural de La guerra silenciosa (2008)», DAL MEDITERRANEO AGLI OCEANI (ISSN 2284-1091), Università degli Studi di Milano, NOTIZIARIO nr. 59, p. 5.

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Foto:  Detalle de la pág 5 de la edición digital del Notiziario nr. 59.

Giuseppe Bellini – Recensione: «Por el Arte de los Quipus»

[Fragmento]

<< Molto vi è in Por el Arte de los Quipus di romanzo poliziesco, benché il misterio appaia al servizio della cultura, in realtà anche dell’interesse, e s svolga tra studiosi appassionati di testi antichi, mossi da una sorta di demonio interiore alla scoperta del testo misterioso. Li circondano personaggi di dubbia statura, quando non approfitatori di bassa lega. Per il lettore, se lo sviluppo del disegno portante, la ricerca del testo Arte de los Quipus, è interessante, lo è soprattutto per la casistica che propone e per la continua sorpresa degli eventi, ma soprattutto lo è, almeno per chi scrive, per una sorta di luminosa evocazione della bellezza di Lima, che, forse mossa dalla nostalgia dell’assenza europea, la scrittrice evoca di continuo, in descrizioni magistrali di edifici coloniali, di piazze e di vie, di luoghi caratteristici, realizzata con cromatismi che rendono vivo ogni dettaglio. […]  Un mondo cupo trasporta il lettore a climi che si potrebbero definire medievali, mentre lo splendore di una Lima restaurata nelle sue preziosità coloniali, inserite nella modernità, fa del romanzo un testo di grande fruibilità. >>

Giusseppe Bellini (2014) «Recensione: Por el Arte de los Quipus – 2013 – Ofelia Huamanchumo de la Cuba», DAl MEDITERRANEO AGLI OCEANI (ISSN 2284-1091), Universitàt degli Studi di Milano, Notiziario, nr. 58, marzo, p.12.